L'indagine
Come funziona un'investigazione privataLe fasi dell’indagine
Come si svolge un investigazione privata? Quando il cliente mi contatta, cerco di fornirgli più informazioni possibili anche se, a dire il vero, telefonicamente è molto complicato spiegare come si struttura e si esegue un indagine; per questo motivo ho deciso di illustrare in questa pagina quali sono le fasi che caratterizzano un indagine di successo.
Prima fase dell’investigazione privata: studio e preparazione
Per me è fondamentale ricevere il cliente in un ambiente accogliente ordinato, che lo faccia mettere a proprio agio e che lo stimoli al dialogo; l’obbiettivo è quello di creare un rapporto confidenziale tra investigatore privato e cliente, un intesa di collaborazione, dialogo e reciproca fiducia. Una fase questa fondamentale per acquisire tutte le informazioni necessarie per comprendere quali siano le difficoltà del caso che dovrò affrontare e per poter redigere un preventivo onnicomprensivo.
Una volta ricevuto l’incarico attraverso la firma del mandato, il cliente mi fornisce i dettagli della propria problematica e più in particolare, tutti gli elementi che saranno fondamentali per l’attività operativa dell’investigazione privata.
- indirizzi e luoghi frequentati;
- fotografie;
- profili social;
- targhe di eventuali autovetture,
- targhe di eventuali motocicli;
- orari ed abitudini.
Raccolti tutti gli elementi necessari per l’esecuzione dell’incarico, convoco in riunione i miei collaboratori per esporre il caso ed informarli circa le motivazione dell’indagini e gli obbiettivi da perseguire, inseguito, insieme effettueremo un attento sopralluogo nei luoghi che interesseranno le nostre indagine – questa fase è di fondamentale importanza per comprendere le difficoltà del pedinamento e dell’appostamento che andremo ad eseguire.
Seconda fase dell’investigazione privata: il lavoro sul campo e il servizio operativo
Il secondo passo è quello di iniziare il servizio investigativo in maniera graduale, senza esporci a rischi o ad eventuali inprevisti che potrebbe guastare il percorso delle nostre investigazioni, assimilando in primo luogo le abitudini, gli indirizzi, le frequentazioni e quei elementi non espressamente suggeriti dal nostro committente; per questo è importante incrociare le informazioni assunte dal cliente con quelle prodotte dalla nostra prima attività, incrementando i dati attraverso un analisi OSINT (Open Source Intelligence).
Quando il quadro delle informazioni è completo, si passa alle indagini operative (atipiche) da attuare sul campo. Delle volte è sufficiente essere notati da un vicino, amico o conoscente della persona investigata, per essere costretti ad interrompere l’attività e pianificare una nuova strategia. Quindi la parola d’ordine è sempre “massima discrezione”!
Per svolgere il pedinamento e facilitare gli appostamenti, utilizziamo automobili noleggiate (non riconducibili direttamente all’agenzia investigativa), poco vistose, con colori anonimi – generalmente utilitarie che a rotazione vengono sostituite con altre autovetture; andare in servizio con una fuori serie significherebbe dare all’occhio e rischiare di essere notati con molta facilità.
Il luogo di osservazione dovrà essere scelto in modo tale da poter monitorare l’indagato in maniera discreta, ad esempio attraverso lo specchietto retrovisore dell’auto o utilizzando come visuale il parabrezza posteriore. Nella mia agenzia investigativa a Roma utilizziamo una tecnica consolidata che eseguiamo durante l’appostamento in auto, cioè quella di occupare il sedile posteriore dell’autovettura in uso – in questo modo, l’auto potrebbe sembrare da un primo sguardo vuota – tra l’altro il sedile posteriore ci da la possibilità di poter utilizzare il poggia testa dei sedili anteriori come valido riparo per i vistosi teleobiettivi (300 – 400 mm.) montati sulle nostre reflex o mirrorless (macchine fotografiche). La fotografia è nel mio lavoro la “prova regina”, perché può essere allegata al report investigativo e prodotta in tribunale per confutare un accaduto, un fatto, una circostanza – quindi deve essere acquisita secondo criteri che siano in grado di stabilirne il luogo, la data e l’orario e soprattutto senza violare le norme impartite dal Garante della Privacy.
Le microcamere vengono impiegate generalmente per gli appostamenti dove è difficile estrarre una reflex o una telecamera; raramente vengono utilizzate durante il pedinamento perchè, muoversi con una microcamera indosso significherebbe stare fisicamente vicino, troppo vicino, al target e, per esperienza, ho imparata che avvicinarsi alla persona indagata deve essere l’estremo ratio di una attività investigativa di successo.
Il servizio operativo viene generalmente eseguito da due investigatori professionisti, (solitamente un uomo e una donna) e da me supervisionato. La mia presenza sul campo è fondamentale per motivare i miei collaboratori e per risolvere imprevisti di vario genere; fornisco loro istruzioni e preziosi suggerimenti e quando necessario, li aiuto a superare eventuali criticità.
Per garantire un pedinamento sicuro siamo soliti applicare nell’autovettura dell’indagato, un dispositivo localizzatore GPS calamitato, in grado di monitorare il veicolo in tempo reale senza margine di errore – questa tecnologia è autorizzata dal DM269/2010 e dal Garante della Privacy.
Utilizzare tecnologie specifiche, d’avanguardia, significa garantire maggiore riservatezza e ottimizzare il nostro intervento, per questo è importante saper scegliere ad esempio quando, dove e come utilizzare un dispositivo GPS o una microcamera senza incorrere in reati di vario genere che potrebbero compromettere l’utilizzo della prova prodotta (violazioni della privacy, interferenze illecite nella vita privata ecc.).
Realizzare ottimi scatti fotografici in situazioni di particolare difficoltà e vulnerabilità è una delle priorità fondamentali di un investigatore privato che si rispetti, unitamente alla conoscenza delle apparecchiature che si utilizzano, sia per quel che riguarda la tecnica fotografica che di video ripresa. Le fotografie dovranno contenere tutti gli elementi che serviranno a supportare il diritto specifico oggetto del mandato ricevuto, dunque andremmo a ritrarre le circostanze determinati per il raggiungimento dei nostri scopi, i luoghi dove si sono svolti i fatti e tutti i particolari che renderanno inconfutabili i fotogrammi.
La difficoltà di estrapolare fotografie è data in particolare dal luogo in qui si svolgo i fatti e dagli elementi oggettivi e soggettivi che circonda l’azione interessate allo scatto fotografico; non dovremo quindi preoccuparci solo dei soggetti investigati ma in particolare del contesto. Mi spiego meglio con un esempio: se devo documentare l’incontro di due amanti che avviene in presenza di un minore, presso un parco giochi, dovrò guardarmi attorno e assicurarmi che la mia presenza non sia mai notata da nessuno, affinché possa estrarre in sicurezza la telecamera, senza essere scambiato per un malintenzionato, pedofilo o maniaco.
Terza fase dell’investigazione privata: relazione di servizio
Terminata la fase operativa e quindi raccolte sufficienti prove fotografiche, video e documentali, andrò a redigere la relazione di servizio, annotando nello specifico solamente quei fatti che rientrano nell’oggetto del mandato d’incarico.
Al fine di tutelare la riservatezza e la privacy del cliente e della persona monitorata, tutte le risultanze delle indagini verranno distrutte dopo 5 giorni dall’avvenuta consegna del report investigativo.
A questo punto, prove alla mano, sarà il cliente a decidere come procedere: a me non resta che dargli qualche utile consiglio e augurargli un grosso in bocca al lupo.
Se hai necessità di una consulenza investigativa o di un parere professionale, puoi contattarmi ai numeri riportati nel sito. Riceverai una prima consulenza e un preventivo di massima.
Giuseppe Tiralongo