Il satanismo è uno di quegli argomenti che più di altri affascina per la sua ombra di mistero e suggestione; sono tra di noi e si celano nelle vesti di “persone comuni”,  si annidano nei meandri della società buona e hanno ottimi rapporti con la gente che conta – coinvolgono, sconvolgono e distruggono la vita delle persone, trasformando quello che, con molta probabilità era un gioco, in un vero e proprio incubo dove è difficile uscirne.

Fortunatamente non mi capita tutti i giorni. Affrontare un indagine che abbia come obbiettivo quello di smascherare le malefatte di una setta satanica è davvero una grana per un investigatore privato che il più delle volte si scontra con la realtà dell’occulto quasi per caso, impegnato in una investigazione che il più delle volte ha per oggetto tutt’altro, magari una presunta infedeltà coniugale o la cattiva condotta di un giovane.

Fatto sta che, quel che prima era un indagine di routine ben presto può tramutarsi in un investigazioni più complessa e articolata che va gestita con il massimo riserbo fino a quando non si evidenzia “il reato” per cui si possa richiedere necessariamente l’intervento della Pubblica Sicurezza e passare, magari la palla, al corpo di Polizia SAS (Squadra Anti Sette).

La difficoltà di questa tipologia di indagine sta appunto nell’identificare le fattispecie di reato commessa dalla setta – la Costituzione italiana sancisce difatti che ogni persona ha il sacrosanto diritto di riunirsi, associarsi e credere in ciò che vuole, esprimendo liberamente il proprio pensiero – da quando è stato abolito il reato di plagio la legge si è sempre dimostrata del tutto inadeguata per reprimere il satanismo e il più delle volte tutto finisce nel non perseguire quei comportamenti pericolosi per la sicurezza di affiliati e non.

Se si vogliono avere prove concrete ed ottenere giustizia è fondamentale andare in fondo della vicenda, indagando sulle condotte dei leader di questi gruppi al fine di comprendere se nelle loro azioni si possano configurare reati comuni, come violenza, truffe, reati associativi, furti, abusi psicologici, etc…

Generalmente il reato di truffa è quello più semplice da identificare nel comportamento di santoni, maghi, satanisti e guaritori, i quali il più delle volte “con artifizi o raggiri, inducono taluno in errore” (art. 640 c.p.) per procurarsi un profitto che altrimenti non avrebbero potuto generare.

Un esempio lampante è il caso Vanna Marchi, la quale aveva indotto attraverso televendite molte persone a sborsare grandi somme di denaro in cambio di bustine di cloruro di sodio, rametti d’edera ed altri oggetti, la cui funzione avrebbe dovuto essere quella di combatte il malocchio ed allontanare le malattie. La società Ascié s.r.l. finì in bancarotta e i componenti del gruppo vennero condannati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e bancarotta fraudolenta.

Un’altra grande difficoltà è rappresentata dalla reticenza e l’omertà degli affiliati che il più delle volte si rivelano diffidenti nei confronti di investigatori privati, polizia e psicologi che cercano faticosamente di aiutarli – molti di essi hanno subito vere e proprie manipolazioni mentali, sono stati minacciati e hanno una tremenda paura di finire nei guai.

Personalmente sono convinto che l’investigazione privata in questo contesto debba muoversi autonomamente da quella condotta dalla Polizia: semplicemente, l’investigatore privato non deve farsi condizionare dalle deduzioni e le conclusioni di altri detective ma deve perseguire il proprio cammino senza farsi influenzare da sentimenti personali, religiosi e morali solo così potrà evidenziare nelle sue indagini risultanze che siano realmente utili ai fini dell’indagine.

Mi viene in mente il caso delle “Bestie di Satana”, doveil papà del defunto Fabio Tollis, che nella vita faceva tutt’altro che l’investigatore, decise di ficcare il naso nella vicenda che riguardava la scomparsa del proprio figlio. Michele Tollis cominciò a frequentare gli ambienti e gli amici che praticava abitualmente il figlio, cercando di trovare dei collegamenti per capire dove fosse finiti il proprio ragazzo.

Quando uno degli elementi del gruppo fu arrestato, Michele Tollis fornì agli inquirenti indicazioni preziosi per la svolta del caso e il ritrovamento dei cadavere di altri giovani, assassinati dalla follia satanista.

Se hai problemi legati a vicende simili non attendere l’irreparabile, chiami, insieme cercheremo di capire se e come risolvere la situazione.

Giuseppe Tiralongo

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