Le rapine in casa purtroppo non cessano di aumentare, il trend è in continua crescita e sono sempre più frequenti, soprattutto al nord Italia.
Chi non vorrebbero difendersi? In queste circostanze la paura è tanta ma ciò non può giustificare agli occhi di un giudice, una reazione armata e quindi un “eccesso di legittima difesa“.
Nel nostro paese chi reagisce ad un furto o rapina in casa utilizzando una pistola legittimamente detenuta, inevitabilmente finisce indagato, condannato e nell’80% dei casi, inarcerato.
Recentemente ho avuto modo di guardare una trasmissione televisiva su La7, dove l’avvocato Giulia Buongiorno ha chiarito come e in quali occasione un cittadino può sparare ad un ladro o rapinatore che si sia introdotto furtivamente in casa e che minacciosamente abbia raggiunto la camera da letto.
Quello che emerge è una situazione inverosimile; la Buongiorno asserisce che “Se siete in casa e state dormendo e nel cuore della notte entra uno sconosciuto, potete sparare solo ed esclusivamente se l’avventore non solo è armato, ma se in quel momento sta per spararvi. La legge dice che ci vuole un pericolo imminente“.
Un quadro della situazione davvero assurdo perché di notte, assonnati ed impauriti da un evento comunque violento, sarà davvero difficile valutare lucidamente e al buio, quali siano le intenzioni dello sconosciuto che si è introdotto in casa nostra. E’ inutile girarci attorno, la paura pervade i nostri pensieri ed il terrore prende possesso del nostro corpo per la comprensibile paura che sia di subire del male.
In base a quanto raccontato dall’avvocato Buongiorno “servirebbe una vera e propria indagine notturna per comprendere se chi ci sta aggredendo stia mettendo in pericolo la nostra vita. In questo caso potremo far fuoco; ma ad una condizione: che non ci siano altre alternative. Se abbiamo in casa una alternativa che ci consente di difenderci senza ferirlo o ucciderlo, dovremo prima pensare a questa”, ad esempio colpendolo con una sedia, un bastone “Se l’aggressore, mentre noi dormiamo, avanza disarmato, anche se siamo armati, non possiamo usare la pistola. Se spariamo, diventa una colpa, un omicidio colposo o lesioni colpose“.
Reati per cui è prevista la detenzione da 4 a 6 anni, escluse le aggravanti. Siamo spacciati se durante l’aggressione, terrorizati dalgi eventi, “spariamo alle spalle dello sconosciuto” a quel punto il reato che si configura è quello di omicidio volontario dove è prevista una pena detentiva di circa 21 anni”.
Credo che l’avvocato Giulia Buongiorno abbia centrato il nocciolo della questione, ovvero che la legge e la giustizia non vanno verso la stessa direzione, non esiste il buon senso e in realtà, se analizziamo come è interpretata la legge della legittima difesa, in Italia nessuno ha il diritto concreto di potersi difendere.
Ricapitolando, secondo i giuristi, il mal capitato che stava dormendo e che si è svegliato perché allertato dai rumori, dovrebbe valutare in piena serenità altre alternative per evitare di non finire in galere, fino a quella più assurda di accettare ad esempio una eventuale colluttazione con uno o più individui di cui non conoscono le intenzioni.
Questa legge è mal fatta, poco chiara e ai me, troppo spesso soggetta ad interpretazioni; c’è chi dice che se spari in casa anche al buio, contro un soggetto disarmato che avanza, sia legittima difesa, chi asserisce che sparare ad un soggetto che sta aggredendo il proprio caro, sia legittima difesa, chi invece conferma il contrario.
Dalla mia esperienza ventennale di investigatore privato, in qualità di consulente tecnico della difesa, posso sicuramente confermare che se sparate alle spalle del furfante o lo centrate fuori dalla vostra abitazione (vedi il caso dell’imprenditore Antonio Monella e quello del Sig. Ermes Mattielli, quest’ultimo condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione e al risarcimento di 135.000,00 euro) verrete sicuramente condannati!
Quante volte abbiamo sentito dire il famoso …”sempre meglio un brutto processo che un bel funerale”?
Nella mia vita professionale ho avuto modo di lavorare per la difesa penale di un uomo che si trovò nelle stesse circostanze sopra descritte, …lui sparò!
Questa persona dovette sborsare circa 60.000,00 euro per assicurarsi una buona difesa, poi fu comunque condannato a 6 anni di carcere e al risarcimento di circa 180.000,00 euro, ai familiari del ladro che ferì mortalmente. Posso ricordare ancora le sue parole ed in sintesi mi ripeteva spesso che se quella sera avrebbe avuto l’opportunità di decidere del proprio destino, avrebbe scelto la morte piuttosto che vedersi depredato dei propri beni, costretto all’indebitamento con le banche e a scontare una condanna ingiusta, mi ripeteva spesso “vede Tiralongo, io ero una persona onesta” come a voler prendere distanza da quanto accaduto.
Il vero dramma sta nella lentezza della macchina giudiziaria, nel costo che può avere una buona difesa, chi affiderebbe la propria libertà all’avvocato d’ufficio scelto in fretta e furia?…Su certi argomenti, oggi troppo controversi, toccherà ai posteri pronunciarsi, con leggi efficaci a prova di uomo e non di robot…